Selezione di foto ufficiali della III edizione della Italiana Assicurazioni Neapolis Marathon
Presentazione al Comune alla presenza del sindaco Gaetano Manfredi e dell’assessore allo Sport e alle Pari opportunità, Emanuela Ferrante.
Presentazione di mercoledì 28 giugno, presso le scuderie di Palazzo Sansevero, nell’atelier dell’artista Lello Esposito.
Castel Sant’Elmo è un castello medievale, adibito a museo, sito sulla collina del Vomero nei pressi di San Martino a Napoli. Un tempo era denominato Paturcium e sorge nel luogo dove vi era, a partire dal X secolo, una chiesa dedicata a Sant’Erasmo (da cui Eramo, Ermo e poi Elmo). Questo possente edificio (il primo castello per estensione della città), in parte ricavato dalla viva roccia (tufo giallo napoletano), trae origine da una torre d’osservazione normanna chiamata Belforte. Per la sua importanza strategica, il castello è sempre stato un possedimento molto ambito: dalla sua posizione (250 m s.l.m.) si può osservare tutta la città, il golfo, e le strade che dalle alture circostanti conducono alla città.
La galleria Umberto I è una galleria commerciale costruita a Napoli tra il 1887 e il 1890. È dedicata a Umberto I d’Italia, come omaggio al Re e in ricordo della sua generosa presenza durante l’epidemia di colera del 1884, che mostrò l’esigenza di un “Risanamento” della città.
Castel Nuovo, chiamato anche Maschio Angioino o Mastio Angioino, è uno storico castello medievale e rinascimentale, nonché uno dei simboli della città di Napoli.
Il castello domina la scenografica piazza Municipio ed è sede della Società napoletana di storia patria e del Comitato di Napoli dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, ospitato nei locali della SNSP. Nel complesso è situato anche il Museo Civico, cui appartengono la Cappella Palatina e i percorsi museali del primo e secondo piano. La Fondazione Valenzi vi ha la sua sede di rappresentanza, inaugurata il 15 novembre 2009 dall’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed altre autorità, nell’ambito della celebrazione dei cento anni dalla nascita di Maurizio Valenzi.
Piazza del Plebiscito (già largo di Palazzo o Foro Regio) è una piazza di Napoli posizionata al termine di via Toledo, non appena oltrepassata piazza Trieste e Trento.
Ubicata nel centro storico, tra il lungomare e via Toledo, con una superficie di circa 25 000 metri quadrati la piazza si presenta come una delle più grandi della città e d’Italia e per questo è quella più utilizzata per le grandi manifestazioni. Sono molte le storie e giochi poplari, da scoprire, legati a questa piazza.
Il Museo archeologico nazionale di Napoli (MANN) è un museo statale italiano. In virtù del suo ricco e pregevole patrimonio di opere d’arte e manufatti, disposti su una superficie espositiva di 12.650 m², è considerato uno dei più importanti musei archeologici al mondo, se non il più importante per quanto riguarda l’arte romana.
Il museo è costituito da collezioni private acquisite o donate alla città nel corso dei secoli, quali le collezioni Borgia, Santangelo, Stevens, Spinelli. I nuclei principali sono tre:
Gli importanti lavori di restauro e di ristrutturazione dell’edificio avviati nel 2012 consentiranno la realizzazione di una riorganizzazione globale delle collezioni secondo criteri espositivi nuovi, permettendo inoltre che alcune raccolte rimaste escluse dalla visita per decenni, possano trovare definitiva sistemazione dentro l’edificio.
I reperti da molto tempo non più esposti al pubblico riguardano la numismatica ed una ricca parte della statuaria pompeiana: si stima che i pezzi in deposito siano in quantità tre volte superiore rispetto a quelli esposti e che gli stessi occupino allo stato attuale tre livelli dei sotterranei del palazzo ed un piano del sottotetto.
La certosa di San Martino è un’area palaziale di Napoli situata sulla collina del Vomero, accanto al castel Sant’Elmo. Costituisce in assoluto uno dei maggiori complessi monumentali religiosi della città e uno dei più riusciti esempi di architettura e arte barocca assieme alla reale cappella del Tesoro di san Gennaro, nonché fulcro della pittura napoletana del Seicento.
Conta circa cento sale, due chiese, un cortile, quattro cappelle, tre chiostri e giardini pensili. Cronologicamente è la seconda certosa della Campania essendo nata diciannove anni dopo quella di San Lorenzo a Padula e quarantasei prima di quella di San Giacomo a Capri.
Dopo l’Unità d’Italia ha assunto il titolo di monumento nazionale e dal 1866 ospita il Museo nazionale di San Martino, nato con lo scopo di raccontare la storia artistica e culturale della città.
La cappella Sansevero (detta anche chiesa di Santa Maria della Pietà o Pietatella) è tra i più importanti musei di Napoli. Situata nelle vicinanze della piazza San Domenico Maggiore, questa chiesa, oggi sconsacrata, è attigua al palazzo di famiglia dei principi di Sansevero, da questo separata da un vicolo una volta sormontato da un ponte sospeso che consentiva ai membri della famiglia di accedere privatamente al luogo di culto.
La cappella ospita capolavori come il Cristo velato di Giuseppe Sanmartino, conosciuto in tutto il mondo per il suo velo marmoreo che quasi si adagia sul Cristo morto, la Pudicizia di Antonio Corradini e il Disinganno di Francesco Queirolo, ed è nel suo insieme un complesso singolare e carico di significati. Essa ospita anche numerose altre opere di pregiata fattura o inusuali, come le macchine anatomiche, due corpi totalmente scarnificati dove è possibile osservare, in modo molto dettagliato, l\’intero sistema circolatorio.
Oltre a essere stato concepito come luogo di culto, il mausoleo è soprattutto un tempio massonico carico di simbologie, che riflette il genio e il carisma di Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero, committente e allo stesso tempo ideatore dell\’apparato artistico settecentesco della cappella.
Via San Gregorio Armeno è una strada del centro storico di Napoli, celebre turisticamente per le botteghe artigiane di presepi.
La strada che popolarmente è chiamata san Liguoro, risulta essere uno degli stenopori (dal gr.: stenosi, restringimento, e poros, passaggio) tipici dell’architettura urbanistica greca la quale caratterizza tutto il centro antico di Napoli. In quanto stenoporos (cardine nell’urbanistica romana), la via fungeva da collegamento tra le due plateiai (dal gr.: plateia piazza) la plateia maggiore (attuale via dei Tribunali) e quella inferiore (odierna Spaccanapoli). Le due principali strade dell’antica Neapolis (dal gr. “Città Nuova”), l’odierna Napoli, erano dunque congiunte perpendicolarmente proprio da questa strada, all’altezza della Basilica di San Paolo Maggiore, dove sorgeva l’agorà.
Il Museo nazionale di Capodimonte è un museo di Napoli, ubicato all’interno della reggia omonima, nella località di Capodimonte: ospita gallerie di arte antica, una di arte contemporanea e un appartamento storico.
È stato ufficialmente inaugurato nel 1957, anche se le sale della reggia hanno ospitato opere d’arte già a partire dal 1758. Conserva prevalentemente pitture, distribuite largamente nelle due collezioni principali, ossia quella Farnese, di cui fanno parte alcuni grandi nomi della pittura italiana e internazionale (tra cui Raffaello, Tiziano, Parmigianino, Bruegel il Vecchio, El Greco, Ludovico Carracci, Guido Reni), e quella della Galleria Napoletana, che raccoglie opere provenienti da chiese della città e dei suoi dintorni, trasportate a Capodimonte a scopo cautelativo dalle soppressioni in poi (Simone Martini, Colantonio, Caravaggio, Ribera, Luca Giordano, Francesco Solimena). Importante anche la collezione di arte contemporanea, unica nel suo genere in Italia, in cui spicca Vesuvius di Andy Warhol.
Napoli sotterranea è un complesso di cunicoli e cavità scavate nel tufo poste nel sottosuolo di Napoli; vi si trovano soprattutto innumerevoli forme di ambienti ed architetture classiche, greche e romane.
Propriamente Napoli sotterranea è il nome dell’associazione costituita dallo spelologo Vincenzo Albertini che si occupa della parte di acquedotto e delle cisterne accessibili da piazza San Gaetano e della parte visitabile del teatro dell’Anticaglia.
Il suo nome deriva dall’omonimo libro scritto nel 1889 dall’ingegnere Guglielmo Melisurgo, il quale si definì ipogeo per la sua attività di ispezione dell’infinita rete di cavità della città.
Il duomo di Napoli, il cui nome ufficiale è cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta, è una basilica monumentale nonché duomo e sede dell’arcidiocesi della città di Napoli.
Il duomo sorge lungo il lato est della via omonima, in una piazzetta contornata da portici, e ingloba a mo’ di cappelle laterali altri due edifici di culto sorti autonomamente rispetto alla cattedrale: la basilica di Santa Restituta, che custodisce il battistero più antico d’Occidente, quello di San Giovanni in Fonte, e la reale cappella del Tesoro di san Gennaro, che conserva le reliquie del santo patrono della città.
Si tratta di una delle più importanti e grandi chiese della città, sia da un punto di vista artistico, essa è di fatto la sovrapposizione di più stili che vanno dal gotico puro del Trecento fino al neogotico ottocentesco,che sotto un profilo culturale, ospitando infatti tre volte l’anno il rito dello scioglimento del sangue di san Gennaro.
Il Palazzo Reale di Napoli è un edificio storico ubicato in piazza del Plebiscito, nel centro storico di Napoli, dov’è posto l’ingresso principale: l’intero complesso, compresi i giardini e il teatro San Carlo, si affaccia anche su piazza Trieste e Trento, piazza del Municipio e via Acton.
Fu la residenza storica dei viceré spagnoli per oltre centocinquanta anni, della dinastia borbonica dal 1734 al 1861, interrotta solamente per un decennio all’inizio del XIX secolo dal dominio francese con Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat, e, a seguito dell’Unità d’Italia, dei Savoia: ceduto nel 1919 da Vittorio Emanuele III di Savoia al demanio statale, è adibito principalmente a polo museale, in particolare gli Appartamenti Reali, ed è sede della biblioteca nazionale.
Il Palazzo Reale è stato costruito a partire dal 1600, per raggiungere il suo aspetto definitivo nel 1858: alla sua edificazione e ai relativi lavori di restauro hanno partecipato numerosi architetti come Domenico Fontana, Gaetano Genovese, Luigi Vanvitelli, Ferdinando Sanfelice e Francesco Antonio Picchiatti.
Ideale per gli amanti delle lunghe passeggiate e dell’urban trekking, il Petraio è una zona di Napoli che prende il nome dell’omonimo borgo (Gradini del Petraio, Discesa del Petraio, Vico del Petraio, Largo del Petraio, Rampe del Petraio, Salita del Petraio, Via Filippo Palizzi e Via Achille Vianelli) sulla collina del Vomero.
Il termine Petraio non deriva dal nome di una cava di pietre, ma da un luogo dove le piogge alluvionali depositano i ciottoli; il tracciato della salita ricalca il tracciato di uno dei tanti alvei alluvionali del Vomero, dove successivamente venne realizzato un borgo che con il passare degli anni è diventato un luogo per famiglie benestanti, oggi nel quartiere sono presenti architetture di Liberty napoletano realizzate nei primi anni del XX secolo. La zona è collegata al Corso Vittorio Emanuele con la Salita del Petraio nonché con i Gradoni Santa Maria Apparente e collegato al quartiere Vomero con Via Filippo Palizzi e con i Gradini del Petraio.
La basilica di Santa Chiara, o il monastero di Santa Chiara, è un edificio di culto monumentale di Napoli, tra i più importanti e grandi complessi monastici della città.
La basilica ha il suo ingresso su via Benedetto Croce (decumano inferiore), sorgendo sul lato nord-orientale di piazza del Gesù Nuovo, di fronte alla chiesa omonima ed adiacente a quella delle clarisse, un tempo quest’ultima facente parte del complesso monastico di Santa Chiara.
Si tratta della più grande basilica gotico-angioina della città, caratterizzata da un monastero che comprende quattro chiostri monumentali, gli scavi archeologici nell’area circostante e diverse altre sale nelle quali è ospitato l’omonimo Museo dell’Opera, che a sua volta comprende nella visita anche il coro delle monache, con resti di affreschi di Giotto, un grande refettorio, la sacrestia ed altri ambienti basilicali.
Il Real Teatro di San Carlo, noto anche come Teatro di San Carlo o Teatro San Carlo, più semplicemente chiamato San Carlo, è il teatro lirico di Napoli. Fondato nel 1737, è il più antico teatro d’opera del mondo ad essere tuttora attivo, primo teatro italiano ad istituire una scuola per la danza; anticipa di 41 anni il Teatro alla Scala di Milano e di 55 anni il Teatro La Fenice di Venezia.
In origine, poteva ospitare 3285 spettatori, poi ridotte a 1386 in seguito alle normative sulla sicurezza. Conta una vasta platea (22×28×23 m), cinque ordini di palchi disposti a ferro di cavallo più un ampio palco reale, un loggione ed un palcoscenico (34×33 m).
Date le sue dimensioni, struttura e antichità è stato modello per i successivi teatri d’Europa.
Affacciato sull’omonima via e, lateralmente, su piazza Trieste e Trento, il teatro, in linea con le altre grandi opere architettoniche del periodo, quali le grandi regge borboniche, fu il simbolo di una Napoli che rimarcava il suo status di grande capitale europea.
Il Teatro San Carlo è stato inserito dall’UNESCO tra i monumenti considerati Patrimonio dell’Umanità.
Il Museo d’arte contemporanea Donnaregina (Madre) è ubicato nello storico Palazzo Donnaregina, in via Luigi Settembrini a Napoli.
Il museo ha una superficie complessiva di 7.200 m2 di cui 2660 m2 sono destinati alle aree espositive, è dotato di una libreria dedicata, una biblioteca, di laboratori didattici, un auditorium, un ristorante e una caffetteria.
Il Palazzo Mannajuolo è un palazzo di Napoli ubicato in via Filangieri, nel quartiere Chiaia, e rappresenta uno dei più riusciti esempi di architettura liberty della città.
L’edificio fu realizzato e progettato da Giulio Ulisse Arata con la collaborazione degli ingegneri Gioacchino Luigi Mellucci e Giuseppe Mannajuolo (quest’ultimo proprietario del suolo edificato), utilizzando una delle più moderne tecniche di costruzione: il calcestruzzo armato.
Il palazzo venne eretto tra il 1909 e il 1911.
La struttura è influenzata dalle esperienze moderniste e dalla scelta di utilizzare un linguaggio locale, come l’adozione di neobarocchismi dell’architettura napoletana del Seicento e del Settecento. In particolare, quest’ultima scelta si manifesta nell’impostazione scenografica dell’edificio, che si innalza sul fondo di via dei Mille.
La composizione è impostata sulla parte centrale di matrice ellissoidale, caratterizzata dal gioco di pieni e vuoti e dalla presenza di grandi vetrate; nella parte centrale dell’edificio è alloggiata la scala principale ancora ellissoidale, in marmo a sbalzo e con balaustra in ferro battuto.
Nel 2017 vi sono state girate alcune scene del film Napoli velata del regista Ferzan Özpetek.